Andria. 43 anni dopo… TUTTI ALLO STADIO!


Bagnato gol: e fu serie D!

Nardò 11 maggio 2024

Era il 31 maggio 1981. Chi se lo ricorda? Quanti avranno, pur nell’impossibilità anagrafica, letto di questo spareggio? Giovan Battista  Vico sosteneva che alcuni accadimenti si ripetevano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo, e ciò avveniva non per puro caso, ma in base ad un preciso disegno stilato della divina provvidenza. Che sia o non sia lo sport é una teoria che trova terreno fertile. Perché gli avvenimenti si ripropongono, e ciò avverrà domani, a distanza di 43 anni. Con un elemento in più di coincidenze, il Martina, città che allora fu sede dello spareggio e che oggi fa da terzo incomodo (insieme al Casarano) nello sguardo puntato sul futuro. Quello spareggio, appartenente ad uno sport di ben altre qualità e valori, ma che continua a chiamarsi calcio, fu deciso da Giuseppe Bagnato, corregionale del nostro Mr Costantino. Quello spareggio “sapeva” di neritinità, non solo perché mosse sulle tribune del Tursi, con un trasporto emotivo senza pari,  migliaia di nostri supporters in una gara che garantiva il passaggio in serie D, ma perché nelle fila del TORO vi erano neritini purosangue: Mirarco, Carrozzo, Parisi, Paladino. Era l’esordio in panca di Mario Russo, nonno del nostro Jacopo e futuro allenatore andriese. L’arco di tempo che unisce questi due match ha però allargato la forbice dei valori di questo bellissimo sport. Quella partecipazione che si respirava 43 anni fa dappertutto é oggi un coltello piantato nel fianco della teoria del Vico; quell’orgoglio e quel moto popolare in questi quattro decenni hanno pagato un caro prezzo. Il calcio ora ha un altro volto ed altre qualità. Meno tecnico e più muscolare, di propensione aziendalista, ma soprattutto ha perso tutto ciò che avvolge l’amore, il fascino, l’onore, il mistero e la magia di una parola sola: LA MAGLIA! Facchinetti, Leo, Cappellaccio, un tridente da brividi. Oggi sarebbe sprecato in Lega Pro. Era nello spareggio del 1981, in Promozione! Sono passati ben 43 anni, durante i quali la città ha vissuto alterne fortune calcistiche, con periodi di gloria e momenti di crisi. La “costanza” di questa società merita il supporto del pienone al Giovanni Paolo II. Perché Nardò Andria é una partita ricca di fascino, e non solo per la gloriosa storia calcistica delle due città. Sebbene si tratti di speranze é un peccato non crederci e non esserci. La seduzione della sfera di cuoio ha sempre ammaliato i neritini, per certi aspetti “siamo unici” non solo nel Salento, e non occorre il refrain dell’inno per ricordarcelo. Il fuoco sotto la cenere arde sempre, il background gorgoglia vivace, basta stuzzicarlo. Un’ironica e colorata espressione indigena, che mette in cattedra perseveranza, fiducia e costanza, ma anche una irritante e storica sofferenza, sentenzia così: “ci é veru ca lu mundu gira ti qua a passare”. Arriverà quel momento e sarà il giorno del “Vico dei miracoli”. 

Fernando Pero – AC Nardò

Dalla Gazzetta del mezzogiorno del 1° luglio 1981

Nardò – Galatina 5-0. Spareggio preliminare a Maglie del 24 maggio 1981.

Fonte: Nardò Official site

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